giovedì 5 marzo 2015

SILVIA IORIO | MasterChef Italia @ Palazzo Delle Esposizioni | SKY UNO | Roma, IT








Produzione: Magnolia Spa
Programma TV: Masterchef Italia
Canale: Sky Uno | Edizione: 4° | Puntata: 9° | Episodio: 18 
Giudici: Bruno Barbieri e Joe Bastianich [Assente: Carlo Cracco]
Registrazione: Domenica 13 Luglio 2014 - Ore 11:30
Messa in onda: Giovedi 12 Febbraio 2015 - Ore 22:10
Location: Ristorante OPEN COLONNA, Scalinata Via Milano 9A, 00184, Roma, IT

In ordine alfabetico, Giuria composta dai seguenti Critici-Degustatori: Francesco Bonami, Tamara Ferioli, Pierpaolo Ferrari, Silvio Giordano, Stefano Giovannoni, Silvia Iorio, Julia Krahn, Liuba, Ozmo, Christoph Radl, Elisabetta Rogai, Nicola Salvatore, Lady Tarin.


Capotavola destra, di spalle: Silvia Iorio [Visual Artist]. Seguono in senso antiorario: Nicola Salvatore [Artista], Pierpaolo Ferrari [Fotografo], Ozmo [Street-Artist], Francesco Bonami [Direttore Artistico Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Direttore Pitti Immagine, Firenze], Julia Krahn [Artista], Christoph Radl [Graphic Designer; Direttore delle riviste Interni e Grazia Casa], Liuba [Performer], Stefano Giovannoni [Designer], Lady Tarin [fotografa], Tamara Ferioli [Artista], Silvio Giordano [Artista] ed Elisabetta Rogai [Artista] | Foto: Bianca Buoncristiani | 13 Luglio 2014, Palazzo delle Esposizioni, Roma, IT.


Arrivato alla quarta edizione televisiva con grande successo di pubblico e followers, MasterChef Italia e' la versione italiana del celebre Talent Show culinario MasterChef - programma creato e messo in onda nel 1990 dal regista britannico Franc Roddam per la BBC ed oggi ormai diffuso e amato in molti Paesi.


Tre illustri imprenditori della ristorazione presentano e presenziano il format italiano: Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich. A loro il compito di valutare la qualita' e originalita' dei piatti cucinati dagli aspiranti Chef.


In particolare, l'episodio numero 18 celebra la straordinaria, intensa pittrice Frida Kahlo - cui i piatti sono ispirati. Cucina messicana, dunque! Volta a soddisfare i palati (e gli occhi) esigenti di tredici eccellenze in campo artistico.





Siamo a Roma, alle Scuderie del Quirinale. Le Scuderie sono sede di importanti mostre d’arte e i nostri aspiranti chef sono qui per la mostra organizzata da Enel sull’artista messicana Frida Kahlo. I nostri cuochi amatoriali dovranno cucinare dei piatti che si ispirano ai quadri di Frida lasciandosi trasportare dalle emozioni e dai colori dei dipinti ma, cosa più importante, dovranno convincere 13 critici del mondo dell’arte che valuteranno i loro piatti. Prima però gli aspiranti chef potranno visitare la mostra. 

























22.31 – I tredici critici sono arrivati. La rappresentanza è formata da esperti d’arte, fotografi, performer ma soprattutto appassionati di cucina. Il primo piatto è l’antipasto della brigata rossa. Amelia presenta il piatto: un gazpacho di pomodoro anguria e ravanelli con ricciola marinata al tabasco e agrumi, sedano in ghiaccio e avocado. Secondo i commensali il piatto non profuma. Per molti è un difetto per altri un pregio perchè ricorda un particolare periodo della vita di Frida Kahlo. Nemmeno l’antipasto della brigata blu convince i critici. L’eccessiva commistione di colori e il sapore della frutta che copre il sapore del pesce sono le critiche condivise da quasi tutti i commensali.

22.45 – Gli aspiranti chef sono in attesa di sapere chi delle due brigate ha vinto la prova in esterna. Dietro i giudici c’è un cavalletto con una tela coperta. Tra poco i giudici scopriranno la tela mostrando il colore della brigata vincente. Chi vincerà?
I giudici hanno scoperto la tela. La brigata vincente è quella blu. Nicolò e Paolo esultano. É stata dura ma ce l’hanno fatta.







> Dopo Masterchef: Riflessioni su Arte e Cibo.
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> Sto lavorando tantissimo in questo periodo. Per questo non ho avuto tempo di espandere i pensieri sulla mia esperienza come giudice di Masterchef, in particolare sul rapporto tra arte e cibo. Ho deciso pertanto di prendermi dieci minuti di tempo per rimediare con qualche riflessione, perché alcune sensazioni, olfattive, di gusto, ma anche estetiche, ancora mi accompagnano. Anzitutto, è stato un vero piacere conoscere personalmente dei Maestri come Bruno Barbieri e Joe Bastianich, la cui incredibile esperienza di lavoro li ha portati ad un meritato successo. Il terzo Chef, Carlo Cracco, era assente giustificato dalla puntata: era appena nato suo figlio, Cesare, a cui do' il benvenuto! Creatività e innovazione sono le loro parole chiave, esattamente come avviene per un artista nel momento in cui progetta un'opera. Come per un piatto di cucina, tale progettazione può andare incredibilmente bene o rovinosamente male. 
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> Sul rapporto tra arte e cibo abbiamo una letteratura infinita: ad esempio, ricordo di aver letto anni addietro un interessante articolo sulla cucina proposta dai Futuristi [cura.magazine, numero 0, anno 2009, pag. 77] che, facendo fede all'Avanguardia a tutti i costi, imponevano di abolire la pasta passatista e inneggiavano ad accostamenti provocatori che avessero originalità nella forma e rispettassero la libertà associativa. Non è altrettanto facile oggigiorno per i talentuosi chef in erba che abbiamo visto all'opera nella trasmissione: se ben ricordate, gli accostamenti più audaci non hanno avuto un enorme successo, come ad esempio l'antipasto di cernia su macedonia di verdure. La chiamo così proprio per il commento fatto da una dei tredici giudici, l'artista Tamara Ferioli, perché in realtà trattavasi di Cernia marinata agli Agrumi con Chutney di Macedonia di Verdure e Cipolla Rossa. Il piatto, come gli altri tre che abbiamo assaggiato, è stato ispirato dalla mostra di Frida Kahlo, in questo caso specifico dai colori presenti nel suo secondo periodo pittorico. Abbiamo convenuto tutti che l'estetica dei dipinti ha soffocato quella del piatto, facendolo giudicare addirittura come una "cernia affogata nella macedonia". E, come ha sottolineato lo Chef Joe Bastianich, è molto difficile affogare del pesce!
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> Pensando al parallelismo col cibo, anche l'arte deve spesso lavorare con degli elementi fissi che in qualche modo ledono la sua esplosività creativa: i nostri ingredienti possono essere la committenza, il luogo, i materiali e...si, anche il budget e il tempo a disposizione. L'ispirazione e la forza delle idee non sono abbastanza. Quindi, preparare un piatto ispirato all'arte di Frida Kahlo ha significato non solo misurarsi con una figura storica di donna tenace e rivoluzionaria, ma anche attenersi a delle caratteristiche specifiche della cucina Messicana, i cui ingredienti spesso compaiono nei quadri della pittrice. Pomodoro, peperoncino, frutti esotici, avocados. Quando mi è stato presentato il Gazpacho di Pomodoro, Anguria e Ravanelli con Ricciola marinata con Tabasco e Agrumi con Sedano cotto in ghiaccio e cubetti di Avocado, ho detto che "potrebbe essere visto come i primi diciotto anni di Frida: c'è una nota floreale, qualcosa di fragile e femminile, un fondo che sicuramente preannuncia del drammatico ma ancora non è drammatico." Una creazione che ha centrato il segno, insomma. Come me, anche Francesco Bonami, Direttore Artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, guardava molto all'estetica del piatto che, oltre ai colori, doveva saper equilibrare bene anche i sapori. Eppure, nonostante la presentazione impeccabile, ad un certo punto invece di carne di maiale sembrava di mangiare un meteorite; peccato, perché si sposava egregiamente con il suo letto di crema di mais. Due sapori diversi resi compatibili.
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> Questa esperienza mi ha insegnato che, quando si va in un ristorante di alta cucina, che è ormai cultura in rapida ascesa in cui si mescolano esperienza, scienza dell'ingrediente e creatività, non si può giudicare un piatto in base al prezzo. È un discorso a trecentosessanta gradi che passa dal senso umano più sviluppato di tutti, il gusto, per poi ispirare la vista, l'olfatto, la memoria. Quello che c'è dietro è un lavoro meticoloso di cui forse non molti si rendono conto, esattamente come quando si giudica un'opera d'arte con "lo potevo fare anch'io" (che tra l'altro è il titolo di un libro sempre di Francesco Bonami, in cui egli ci spiega perché non è vero che poteva farlo chiunque. Una lettura che consiglio caldamente). 
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> Vorrei concludere con un pensiero ai miei compagni di tavola che non ho ancora nominato, altri illustri esponenti del mondo dell'arte e del design, la cui convivialità ha sottolineato il primo motivo che spinge le persone a riunirsi attorno al cibo: lo scambio. Lady Tarin e Pierpaolo Ferrari, entrambi fotografi; Julia Krahn, artista visiva; gli artisti Silvio Giordano e Ozmo; il Professor Nicola Salvatore, dell'Accademia di Brera; la pittrice Elisabetta Rogai, la performer Liuba e i Designer Christoph Radl e Stefano Giovannoni.

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